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L'Omeopatia Vive

del dottor Richard Moskowitz, Boston, Massachusetts


Ho praticato medicina generale e di famiglia negli ultimi 50 anni, impiegando l'omeopatia quale principale metodo di trattamento dal 1974. Non ho dubbi sul fatto che i farmaci allopatici abbiano valore e sono grato ai miei colleghi allopatici per quello che fanno. Ma preferisco l'omeopatia, in primo luogo, perché ha senso iniziare con metodi più delicati e più sicuri quando possibile; e in secondo luogo, perché i rimedi omeopatici sono adattati all'individualità del paziente, e quindi in grado di portare a un livello di guarigione più profondo e più completo di quanto si può ottenere con farmaci che cercano solo di contrastare un sintomo specifico o correggere una particolare anomalia applicando una forza chimica superiore.

Posso facilmente capire e simpatizzare con la convinzione comune che i rimedi omeopatici non siano altro che placebo, il che era già attuale ai tempi di Hahnemann, e divennero famosi quando Sr. Oliver Wendell Holmes dedicò un'elegante prosa a ridicolizzarlo più di 150 anni fa. Quando ero a scuola di medicina, il termine “dose omeopatica” veniva usato quasi affettuosamente per indicare una quantità di medicina troppo piccola per avere alcun effetto evidente; e anche oggi, la maggior parte probabilmente concorderebbe, almeno in privato, che l'omeopatia sfida il senso comune, la logica ordinaria, e alcune leggi di base della chimica.


Ma il fatto che l'omeopatia si basi su un fenomeno non ancora spiegato dalla scienza attuale non dimostra che il fenomeno non esiste o che questo metodo di cura sia falso. Mi mette quasi in imbarazzo il fatto che l'intera argomentazione di coloro che la ridicolizzino si fondi ancora allo stesso sillogismo difettoso dell'eminente dottor Holmes: l'omeopatia non può funzionare; quindi non funziona!


Un filosofo australiano asserisce che l'omeopatia non è solo inefficace, ma anche immorale, secondo il principio utilitaristico di fare il bene più grande per il maggior numero di persone, principalmente nella misura in cui dissuade le persone dal dispiegarel'artiglieria pesante che funziona davvero.


Con un forte sostegno finanziario e politico da parte dell'industria farmaceutica, un crescente movimento di "ciarlatani" professionisti per screditare l'omeopatia, oltre a ricorrere alla stesse argomentazioni fallaci, ha recentemente definito l'omeopatia alla stregua della magia e del paranormale.


Alla fine, tuttavia, tutto il loro ragionamento impressionante e appreso è inutile, perché le premesse su cui si basa - l'implausibilità della Legge dei Simili e l'improbabilità che le sostanze diluite oltre la soglia della struttura molecolare possano essere capaci di attività: risultano essere semplicemente e dimostrabilmente falsi. La "legge" di base dell'omeopatia, ad esempio, basata sul fenomeno secondo cui le medicine possono andare in entrambe le direzioni, che coloro che hanno il potere di alleviare determinati sintomi possono anche provocarli, è ampiamente familiare anche nei circoli allopatici dove si conoscono (e sono ben documentati) i "paradossali" effetti degli anti-ipertensivi che aumentano la pressione sanguigna, degli antidepressivi che peggiorano la depressione fino al suicidio, e così via..


Per quanto riguarda le nostre famigerate dosi "infinitesimali", esperimenti scientifici hanno ripetutamente dimostrato che questi rimedi altamente diluiti sono in grado sia di stimolare sia di inibire la crescita delle colonie nelle colture batteriche, l'attività enzimatica in vitro nella coltura tissutale, la germinazione dei semi e la crescita in varie specie di piante. Quindi è del tutto evidente che anche i preparati omeopatici ultradiluti sono in grado di svolgere un'attività biologica significativa.


E' anche innegabile che medici qualificati abbiano continuato a seguire gli stessi principi e ad esercitare la medicina in conformità ad essi per più di duecento anni e ora lo fanno in tutti i continenti e nella maggior parte dei paesi del mondo. Di fronte alla ferma opposizione, al ridicolo generale e al sacrificio di carriere più importanti e redditizi, il semplice fatto che la medicina omeopatica sia sopravvissuta intatta per così tanto tempo e abbia persino continuato a crescere e svilupparsi in tali condizioni avverse è già più che una risposta sufficiente alla convinzione che si tratti di un'illusione e niente di più, anzi suggerisce esattamente la conclusione opposta.


Porterò alcuni esempi dei primi anni della mia pratica medica. Il primo riguarda una bambina di otto libbre, nata coperta da uno spesso meconio, che fece un sussulto e non respirò più. La bambina giaceva inerte, bianca e immobile, con un battito cardiaco di 40 al minuto, rispondendo debolmente alla rianimazione bocca a bocca e incapace di respirare da sola. Ho messo alcuni minuscoli granuli di Arsenicum album 200C sulla sua lingua, e quasi istantaneamente si è svegliata con una scossa, piangendo e agitandosi, il cuore che batteva a 140 al minuto, la sua pelle che brillava di rosa con la fiamma della nuova vita. Dopo una notte in ospedale per precauzione, la mamma e il bambino sono tornati a casa la mattina seguente senza alcun segno esteriore che fosse accaduto qualcosa di spiacevole. Esperienze come queste sono iscritte a vita nella mente di ogni medico.


Un altro paziente era un'infermiera di 34 anni affetta da grave endometriosi sin dalla adolescenza. Dopo quattro interventi chirurgici per rimuovere grandi cisti piene di sangue dalla vescica e dagli organi pelvici e diversi cicli di ormoni maschili, le sue mestruazioni erano diventate marrone scuro e scarse; è venuta per cercare di normalizzare il flusso mestruale, avendo da tempo abbandonato ogni speranza di avere un figlio.

Dopo alcuni rimedi, le sue mestruazioni sono diventate piene e ricche, ed entro sei mesi era incinta. La volta successiva che l'ho vista, quasi otto anni dopo, aveva dato alla luce due bambini sani dopo gravidanze senza complicazioni con parti naturali ed era rimasta in buona salute sin da allora. Mentre nessuno può attribuire tale risultato a un rimedio omeopatico, la mia paziente non ha mai smesso di ringraziarmi.


I rimedi omeopatici sono sicuri, economici, semplici da usare e delicati nella loro azione. Ciò che i nostri critici non dicono e quasi sicuramente non sanno è che sono anche in grado di agire in profondità e per molto tempo, richiedendo solo una rara ripetizione della dose e presentando rischi minimi di dipendenza cronica. Pazienti, amici e persone care notano spesso un miglioramento generale della vitalità e un ritrovato senso di benessere.


L'omeopatia è comunque un'arte difficile e impegnativa, e anche dopo anni di studio e pratica un abile medico potrebbe aver bisogno di provare diversi rimedi prima di ottenere evidenti benefici; mentre in alcuni casi, nonostante gli sforzi più devoti, il beneficio rimane scarso o nullo. Ma se tali rimedi ultradiluti hanno funzionato così bene e spesso da sostenermi nella mia pratica per più di 40 anni, questa è una prova più che sufficiente per confutare la saggezza convenzionale che non sono medicamenti.

Per dirla in altro modo, se è proprio vero che i nostri rimedi sono nulli, allora dobbiamo guarire i nostri pazienti per mezzo di incantesimi magici o sciamanici.


I medici moderni sono equipaggiati con le più recenti armi chimiche per attaccare una vasta gamma di malattie e anomalie, come se fossero nemici su un campo di battaglia: antibiotici per uccidere i batteri, antipertensivi per abbassare la pressione sanguigna, anticonvulsivanti per controllare l'attività convulsiva, antimetaboliti da distruggere cellule cancerose, antistaminici per sopprimere la risposta allergica e così via, tutte sviluppate per agire nel modo più selettivo possibile, ma con poca o nessuna considerazione dell'individualità del paziente. In situazioni estreme, tali farmaci possono davvero salvare la vita, dare un miracoloso sollievo, far guadagnare tempo prezioso o fare il meglio che si possa fare in circostanze avverse.


Lasciando da parte per il momento la domanda di fondo, cioè se la maggior parte dei pazienti che assumono tali farmaci si sentiranno effettivamente meglio, vivranno più a lungo e soffriranno meno complicazioni a seguito della loro assunzione, sono pronto a confermare che molti dei farmaci di uso comune hanno davvero il potere di realizzare almeno parte di ciò che chiediamo e ci aspettiamo da loro. Ma il prezzo elevato e spesso esorbitante che dobbiamo pagare comprende almeno tre enormi e ampiamente nascosti centri di costo e rischio che di solito non vengono riconosciuti o di cui si parla solo in parte.


In primo luogo, quando un farmaco funziona davvero a sopprimere o contrastare il sintomo, è probabile che la condizione riappaia con uguale o maggiore intensità non appena il farmaco svanisca il suo effetto. L'uso di potenti prodotti chimici in questo modo, piuttosto che aiutare qualsiasi processo di auto-guarigione che può essere già in corso, comporta l'obbligo di continuare a usarli per lunghi periodi di tempo, se non per sempre, trasformando così quello che spesso è iniziato come un episodio idiomatico nella vita del paziente in una malattia cronica.

In secondo luogo, indirizzare il trattamento farmacologico su specifiche anomalie chimiche e "entità" patologiche astratte senza riequilibrare la disfunzione energetica del paziente inevitabilmente porta alla polifarmacia, cioè la necessità di altri farmaci per correggere, contrastare o controllare qualunque malattia aggiuntiva che si manifesterà in futuro, con l'ulteriore rischio di interazioni sinergiche o antagoniste tra di loro.

E in terzo luogo, i farmaci sono in grado di alterare varie altre funzioni fisiologiche, c.d. "effetti collaterali", secondo le predisposizioni di ogni singolo paziente, e quindi sarà molto più difficile attribuirli in modo inequivocabile all'azione del farmaco.


In ogni caso, l'ubiquità e la relativa invisibilità di tali reazioni avverse rendono molto più facile capire perché l'omeopatia è diventata così popolare tra i pazienti intrappolati nei tentacoli del sistema medico. Differentemente dai farmaci allopatici, che costringono l'organismo a fare ciò che non ha alcuna naturale inclinazione a fare, l'omeopatia cerca piuttosto di aiutare e migliorare l'innata capacità di auto-guarigione che è sinonimo di vita.


Per me e i miei colleghi, l'omeopatia ha resistito alla prova del tempo sia come metodo di guarigione dei malati sia come filosofia di salute e malattia, un sistema logico e coerente di pensiero, derivato dall'evidente unità della forza vitale, una semplice verità, e la "Legge dei simili", un postulato audace; nessuna di queste consegue logicamente da qualsiasi altra cosa o è ancora soggetta a prove sperimentali o alla confutazione, come le normali ipotesi scientifiche


L'autenticità del fenomeno omeopatico, la duratura rilevanza del punto di vista che offre e l'evidente efficacia delle sue dosi minime se utilizzate con competenza, implicano insieme l'esistenza di una scienza bioenergetica che è ancora agli albori, che senza dubbio aggiungerà alle leggi naturali che già conosciamo tutta una serie di nuove regole, leggi, e ipotesi.

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